Mamma era un bellissimo fiore. Uno di quei fiori che si notano poco...il fiore della bougaenville, per esempio. Ecco sì, mamma era una bougaenville, dai fiori minuscoli, timidi, poco appariscenti. Non il tripudio di fucsia, non l'esplosione di colore, non il manto purpureo che si aggrappa disperato al muro in cerca del raggio di sole più luminoso, più caldo, più prepotente.
No, mia mamma era il lato oscuro di una bougaenvillae.
Mia madre era la bellezza che nessuno vede mai.
Era... le spine lunghe e appuntite che ti impediscono di sfiorarne la bellezza.
Era il giallo sbiadito del piccolo fiore stellato, oscurato dalle foglie grandi e colorate.
Era il legno appuntito dal quale sembra impossibile possano ergersi simili, meravigliosi, purpurei incanti della natura.
Dietro le spine, il colore, la ricerca del sole, della luce, della vita.
Addio mamma, non mi rassegno al tuo e al mio dolore, al tuo volto scavato, alle tue ultime parole. Sei tu la mia bougaenville, è per questo che nel nostro giardino non ne ho volute più. Mi basti tu.
Mi manchi , mamma.
Da quando non ci sei
Questa parola, “mamma”
non mi appartiene più.
Non posso pronunciarla, chiamarla, dirla,
non posso gridarla, sbuffarla, cantarla, o sussurrarla,
non posso imprecarla.
“Mamma”
Non posso farci niente con questa parola,
mamma,
fa troppo male, dà troppo dolore.
Te ne sei andata,
mamma, e mi hai reso muta per sempre.
AUTORE: Emanuela Sannipoli