La peonia evoca un dispetto.
E’ innocentemente dispettosa come un ricciolo ribelle, come
una goccia di sudore incontrollabile, come la mosca che ti ronza intorno…
C’è tutto il palpitare dell’attesa, attorno alla peonia…la
desideri, finalmente la trovi (non è che la si trovi così facilmente, o magari
non si trova quella che si desidera
nella forma e nei colori, o magari la si trova già nel suo vaso con i
suoi fiori che non nascono dal tuo amore), la compri, la pianti
…e lei non ti fiorisce …
Pochi ti informano che il suo rizoma ha questa prerogativa:
è indipendente. Da te, dal tuo desiderio di vedere finalmente “quel” fiore che
tanto hai desiderato, così bello e dalla vita così breve, così ricco da
sembrare il tutù di una ballerina, prorompente e sfacciato come pochi fiori
sanno essere…
Non ha timidezza, la peonia…
Dispettosa, appunto…bella come un incanto, soave come un
tulle, morbida come batuffoli di cotone…
e lenta…un anno, due, talora tre, e lei decide di fare
capolino al primo sole della primavera dopo tanta attesa…
Ti ha fatto aspettare anni, tu che, al piantare quel rizoma
ricco di gemme turgide, pensavi di vederla fiorire nell’immediato…
Come sospiro di amante deluso, è l’attesa della sua
meravigliosa bellezza.
Autore: Emanuela Sannipoli
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