La dalia
ispira davvero tanta simpatia.
Il suo fascino sta nell’avere tanti, ma
proprio tanti colori.
E’ un fiore semplice, forse un po’ più pretenzioso e fanatico della
margherita, ma evoca allo stesso modo usi e abitudini di un tempo…Le dalie le
trovavi davanti alle case di campagna, e la loro macchia di colore spiccava
prepotente al lato del portoncino di entrata….
Vicino, la
rosa, il geranio, a volte una ortensia nell’angolo più ombroso, ma era sempre
la dalia a farla da padrona…non era mai sola, la dalia….la nonna, la mamma, la
coltivavano sempre in gruppetti colorati….e se lo spazio era poco, lo si rubava
all’orto…in fondo, ma proprio in fondo, dopo aver percorso il vialetto che
costeggiava ortaggi e aromatiche, si arrivava al solito spazietto delimitato da
mattonelline piantate nel terreno, con la punta all’insù. Eccole, meravigliose,
piccole o grandissime, imponenti nella
loro sfacciata cromìa.
L’appellativo “giorgina”;le giganti; le cactus;
le pon-pon…curiosi nomi che strappano da
soli un sorriso….
La loro
esplosione è estiva, e il suono delle cicale è la giusta colonna sonora alle
nostre bizzarre amiche.
Come poteva ,
la dalia, provenire da altro paese che non fosse il Messico?
Di quella terra evoca i colori, con quei
colori comunica la gioia e la bellezza
infinita della natura…Ne troviamo ormai di tutti i colori, tranne forse i blu e
i neri, ma la dalia, che sia essa in miniatura o gigante o normale o ponpon, si
fissa nella memoria comunque per i suoi toni caldi, che sempre l’hanno
contraddistinta.
E’ il fiore
dei semplici, è il fiore esotico , è fior di popolo .
Ammiriamola ancora una volta, prima di reciderla per la gioia del nostro salotto.
Autore: Emanuela Sannipoli
Autore: Emanuela Sannipoli
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