Gentilezza
mista a malinconia.
Cosa c’è di
più gentile di una foglia che cade leggera su un’altra, che, prima di lei, ha
scelto la fine?
E cosa c’è
di più bello dei colori d’autunno? Quale grandioso pittore riesce a fissare su
tela la magia dell’autunno come fa la natura?
A ogni
scendere lento di una foglia che muore, nascerà nuova vita, nuova linfa, nuovi
colori…
Le foglie d’autunno
sono la giusta cornice di riflessioni
solitarie…
Il tappeto
di foglie nasconde segreti profumati di terra…una ghianda, ogni tanto, spunterà
da quel letto di fuoco…o un riccio vuoto di castagna pungerà le dita curiose.
O forse un
fungo. Un vermetto. Una chiocciola.
Il vento schiaffeggia
spavaldo le chiome degli alberi, ma a volte ha pietà e lo fa con dolcezza,
regalandoci quella immagine timida e leggiadra di foglia che scende silenziosa.
Una scopa
invisibile le fa rotolare via, un po’ più lontano da dove sono atterrate, ma lo
spazio vuoto presto diverrà un letto per nuove foglie….nuovi sospiri, nuovi
colori.
L’aria dell’autunno
è ovattata, umida, bagnata di rugiada.
Nelle città
l’autunno non è amato. Le foglie fanno cadere i passanti. Si scivola. La nebbia
chiude gli occhi alla vista. Il grigio del cielo fa rimpiangere l’estate e
stressa chi ritorna al lavoro.
Ma un albero
spoglio non perde il suo fascino. Come donna che si spoglia davanti al suo
uomo, l’albero getta il suo mantello di fuoco, a coprire il terreno, ripararlo
dal gelo invernale…
Il vento
sospira sul mantello di rame, l’albero si riposa, e aspetta, paziente, i primi
tepori di primavera, per rinascere e
morire in un gioco infinito di vita.
Autore: Emanuela Sannipoli
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