Una delle cose più affascinanti nei fiori è il loro meraviglioso riserbo.

Henry David Thoreau

domenica 17 giugno 2012

IL CICLAMINO

Per Plinio era l'ombelico della terra.
E' innamorato del silenzio, del bianco abbagliante della neve, dell'ombra e del freddo.
Come ombrosi e freddi sono, appunto, i suoi colori, ad eccezione di quel rosso straordinario che regna sovrano sui rossi degli altri fiori.
Il suo bianco è striato di sfumature, a distinguersi dalla neve sotto alla quale dorme.
Fino a che inizia a far capolino qualche stelo lungo e sottile, verso il cielo, a cercare aria. Il suo riposo è sotto i tappeti di foglie, tra le radici delle querce, dei castagni o dei lecci  più maestosi, o nascosto sotto allo strato di neve bianca che lieve scende d'inverno.

Il regalo più bello che può farci è la sua fioritura invernale.
D'inverno, a meno che non si possieda un giardino ricco di varietà, è un po' difficile colorare la propria casa con i fiori.
Ci pensa lui. 
E' un po' triste vederlo addobbato, con tutta quella carta crespa e dai colori troppo vivaci, quei fiocchi riccioluti, quei biglietti d'auguri e quegli stecchini di legno dai quali spiccano farfalle e coccinelle artificiali, inutili decori di un fiore che possiede, già da sè, la sua straordinaria bellezza...

Ma fa parte del gioco, ed è il destino di tanti fiori. 
Ed è anche un po' birichino,sapete?  Quando sembra che sia svanito nel nulla, in realtà , come tante tuberose, ha solo terminato il suo ciclo vitale. Lo riprenderà in seguito, allo spuntare di nuovi germogli, nuove foglioline, nuovi straordinari fiori.
Il ciclamino di bosco, così minuto, così piccolino, che si sviluppa in gruppi folti alle radici degli alberi più maestosi e vecchi, è senz'altro il più affascinante.
Se ci dovesse capitare di vederlo, lasciamolo stare. Non strappiamolo via. Non solo perchè è una specie protetta, ma anche perchè sa difendersi anche lui. Sapevate che il suo tubero così tondeggiante e dalla forma simpatica, nasconde in sè stille di veleno dannose per l'uomo?
Se avremo la fortuna, durante una passeggiata boschiva, di incontrarlo e di sfiorarlo con i nostri piedi, limitiamoci a guardarlo, e lasciamolo stare.
E quando lo vedremo in qualche negozio di fiori, bello imbacuccato nella sua carta crespa che sembra la gonna di una ballerina gitana, con i fiori enormi dovuti a qualche esperimento di floricoltura, che la natura non conosce, mandiamogli un pensiero di solidarietà, senza dirgli che abbiamo incontrato i suoi amici che se la spassavano nel sottobosco.









Autore:  Emanuela Sannipoli

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